Installazione site-specific di Francesca Checchi e Maria Pia Picozza
(Opera Bosco, Museo di arte nella natura, Calcata ,dimensioni variabili 2015)
Nel bosco, luogo in continua trasformazione sottoposto alle metamorfosi del tempo, le grotte, custodi di memoria, rappresentano lo spazio statico e immutato.
Le grotte, crypte, luoghi nascosti, utilizzate in origine come temporanei luoghi di riparo e di sosta da gruppi di nomadi, vengono svelate, indicate, dall’installazione site specific realizzata a quattro mani da Francesca Checchi e Maria Pia Picozza.
Le due artiste, partendo dall’individuazione di questi spazi presenti nel bosco, creano una mappatura di essi e tracciando un percorso aereo, sospeso, collegano tra loro questi ventri della terra con una ”cucitura” di centinaia di metri di rami bianchi. La sospensione dei rami è sospensione del tempo delle grotte nella storia ed è sospensione del tempo individuale nello spazio della grotta.
Il percorso è introdotto da una mappa, che le artiste ricavano scolpendo la parete della prima grotta che si incontra entrando nel bosco e che traccia la storia del paesaggio/passaggio dalla sua origine a oggi.